"Per il suo essersi fatta testimone di umanità ed impegno e per essere stata esempio di donna che, anteponendo al proprio bene quello di chi gli sta vicino, ha sempre perseguito il rispetto, la solidarietà, l'integrazione, la ricerca del bene comune, la crescita della propria comunità e della propria città."
"19° Premio Civilitas" alla memoria di Aurora Piazza Valot Mitrione.
Edizione Internazionale 2013 per Ellen Johnson Sirleaf
Con l'adesione della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Parlamento Europeo.
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Con l'adesione della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio del Parlamento Europeo.
AURORA PIAZZA VALOT MITRIONEUna vita per i poveri di tutto il Mondo.
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Aurora Piazza Valot Mitrione, 12 Aprile 1937 - 23 Luglio 2012
Aurora Piazza Valot (conosciuta anche come Aurora Mitrione o come da me chiamata Aurora del Mattino, dato che si alzava molto presto alla mattina) nasce il 12 Aprile del 1937 a Conegliano in provincia di Treviso dall'unione in Matrimonio di Palmira Menegon (1912-1992) e Ermandino Piazza (1881-1958). Dopo la morte del padre, nel 1958, Palmira si risposa con Anselmo Valot, dell'omonima ditta Mobili Vallot (con la doppia elle), nata da Giuseppe Valot nel 1886 e conclusasi nel 1986, dopo ben 100 anni di attività. Già dalla prima infanzia, educata nel collegio delle suore di Conegliano, Aurora dimostra una spiccata propensione per le attività religiose, all'età di 15 anni inizia ad insegnare catechismo ai bambini della parrocchia di San Martino ed entra nell'Azione Cattolica cittadina. Nel 1965, all'età di 28 anni conosce il tenente Vito Mitrione https://colonnellovitomitrione.weebly.com/ che un'anno dopo sposerà nel Duomo della Città natale. Nasceranno Stefano e Barbara i quali erediteranno la grande sensibilità della madre nei confronti dei più deboli, della povertà e degli ammalati. Da sempre impegnata nelle attività parrocchiali, del volontariato e della carità, Aurora Piazza Valot continuerà la sua strada presso la parrocchia Madonna delle Grazie come Zelatrice della Preghiera e Ministro della Santissima Comunione, oltre che a guidare in qualità di Presidente cittadina l'Associazione San Vincenzo de Paoli, dedita al sostegno morale ed economico delle famiglie più bisognose e degli ammalati e promotrice di diverse attività di sostegno economico a carattere locale e Internazionale come il Gemellaggio tra la Conferenza San Vincenzo de Paoli e la Conferencia San Vincente "San Juan Maria Vianney" (Lima, Perù), il Gemellaggio con la Romania (Iasi, Piatra Neamt, Adjudeni), l'emergenza alluvione India-Bagladesh, l'iniziativa di solidarietà "Scuola di Boukoumbè in Benin", l'India "Joint Family" e l'iniziativa di solidarietà "Casa Vida a Riacho de Santana (Brasile)". Il suo impegno personale in tutte queste attività la vedrà mobilitarsi in prima persona nell'assistere gli anziani rimasti soli assistendoli nell'alimentazione e nel conforto morale all'interno dei vari reparti di lungodegenza dei due ospedali cittadini, visitare quotidianamente le persone e le famiglie in difficoltà portando loro, oltre che all'immancabile e gioioso sorriso, qualche supporto economico prelevato anche al di fuori delle casse dell'associazione San Vincenzo. Ma la cosa straordinaria, nonostante gli impegni che coprivano l'intero arco della giornata, è che in famiglia non mancava nulla, dalle 5 del mattino si dimostrava sempre all'altezza di una madre premurosa nei confronti della pulizia e del decoro domestico e degli affetti famigliari, con la preparazione di pietanze e dolci deliziosi, molti dei quali varcavano la soglia domestica per allietare i pomeriggi degli anziani e delle consorelle. Nonostante le possibilità non mancassero, in casa ha sempre fatto tutto lei. Era una donna instancabile, impossibile da distrarre per il suo benessere personale, lei diceva sempre di Sì a tutti, mai una negazione, mai un rifiuto, prima con Don Giacomo Gava, e poi con Don Massimo Magagnin e Don Pierino Bortolini, si prendeva carico di tutte le necessità e di tutte le richieste di aiuto morale e sociale, tanto da compromettere la privacy famigliare e a far lievitare sempre più le bollette telefoniche. Ma la famiglia, seppur preoccupata per la sua salute, chiudeva un occhio sapendo che tutto questo un giorno ci avrebbe restituito qualcosa di grandioso e che a beneficiarne erano davvero le persone più bisognose aiutate in modo diretto e trasparente. Per questo motivo il gruppo della San Vincenzo cittadina ebbe una florida espansione allargandosi, per volontà della stessa Aurora, fino a San Vendemiano dove nel 2008 fonda il primo gruppo paesano insieme ad altre dieci consorelle.
Ultimamente il suo stato di salute era compromesso dello stress fisico generato immancabilmente dalle innumerevoli attività, tanto da indurla ad un delicato intervento alla schiena necessario ad alleviare, almeno in parte, le grandi sofferenze conseguenti ad una malformazione della colonna vertebrale, inducendola all'uso del bastone, senza però che il suo attivismo ne risentisse. Ma le sofferenze continuavano a crescere sempre più, e la famiglia seriamente preoccupata del suo stato di salute, iniziò invano a convincerla di sgravarsi di parte degli impegni sociali e a concentrarsi più su se stessa e alla sua vecchiaia. Solo un male incurabile, diagnosticato il 26 Giugno 2012, la costrinsero inevitabilmente ad abbandonare tutto e a spirare dopo solo 28 giorni in un letto del reparto di lungodegenza dell'Ospedale de Gironcoli di Conegliano, confortata dall'intera famiglia e dai volontari dell'associazione che dirigeva, ma soprattutto dalla fede.
<<Mia mamma Aurora, spiega il figlio devoto Stefano, non ha mai smesso di farmi dei doni, è quasi inspiegabile per me come ci riuscisse.
Quando mi disse che presto sarebbe mancata al nostro affetto la confortai con la possibilità di una guarigione miracolosa, ma lei, con indescrivibile serenità mi rispose "Perchè Dio deve fare un miracolo proprio a me, chiedilo per te stesso il miracolo, io sto bene così">>
Iniziai così un pellegrinaggio quotidiano al Santuario delle Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza, nell'ostinazione di salvarle la vita, giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera mi resi conto che il vero miracolo a cui lei mirava non era per se stessa, ma per me come ultimo dei suoi doni terreni. Me ne resi conto graduatamente, ero cambiato, la mia cupa sofferenza diventò luminosa serenità utile per me stesso ma anche alla gravosa assistenza quotidiana tipica di un caso oncologico come questo, smisi di piangere già dal secondo giorno convertendo le lacrime in azioni preziose, sia mirate all'alleviamento miracoloso delle sue sofferenze, che furono così ben gestite, sia a quelle di altri malati dello stesso reparto a cui avevo la forza di prestare loro ulteriori conforti morali, e fisici. Amo la vita oggi più che mai, in tutto vedo qualcosa di inspiegabilmente luminoso, in questo duro percorso di vita ho scoperto la vera felicità, a seguito di piccoli doni per Grazia ricevuti nell'intero corso di degenza della mia cara Mamma Aurora, vedevo il suo viso ogni giorno più bello e rilassato e in lei non si intravedeva più la sofferenza fisica, spirando dolcemente tra le nostre amorevoli cure, senza neppure una mia lacrima perchè sapevo che la Madonna mi aveva fatto il dono più bello che abbia mai ricevuto, la Fede incondizionata.
Stefano Mitrione (Figlio primogenito)
Aurora Piazza Valot (conosciuta anche come Aurora Mitrione o come da me chiamata Aurora del Mattino, dato che si alzava molto presto alla mattina) nasce il 12 Aprile del 1937 a Conegliano in provincia di Treviso dall'unione in Matrimonio di Palmira Menegon (1912-1992) e Ermandino Piazza (1881-1958). Dopo la morte del padre, nel 1958, Palmira si risposa con Anselmo Valot, dell'omonima ditta Mobili Vallot (con la doppia elle), nata da Giuseppe Valot nel 1886 e conclusasi nel 1986, dopo ben 100 anni di attività. Già dalla prima infanzia, educata nel collegio delle suore di Conegliano, Aurora dimostra una spiccata propensione per le attività religiose, all'età di 15 anni inizia ad insegnare catechismo ai bambini della parrocchia di San Martino ed entra nell'Azione Cattolica cittadina. Nel 1965, all'età di 28 anni conosce il tenente Vito Mitrione https://colonnellovitomitrione.weebly.com/ che un'anno dopo sposerà nel Duomo della Città natale. Nasceranno Stefano e Barbara i quali erediteranno la grande sensibilità della madre nei confronti dei più deboli, della povertà e degli ammalati. Da sempre impegnata nelle attività parrocchiali, del volontariato e della carità, Aurora Piazza Valot continuerà la sua strada presso la parrocchia Madonna delle Grazie come Zelatrice della Preghiera e Ministro della Santissima Comunione, oltre che a guidare in qualità di Presidente cittadina l'Associazione San Vincenzo de Paoli, dedita al sostegno morale ed economico delle famiglie più bisognose e degli ammalati e promotrice di diverse attività di sostegno economico a carattere locale e Internazionale come il Gemellaggio tra la Conferenza San Vincenzo de Paoli e la Conferencia San Vincente "San Juan Maria Vianney" (Lima, Perù), il Gemellaggio con la Romania (Iasi, Piatra Neamt, Adjudeni), l'emergenza alluvione India-Bagladesh, l'iniziativa di solidarietà "Scuola di Boukoumbè in Benin", l'India "Joint Family" e l'iniziativa di solidarietà "Casa Vida a Riacho de Santana (Brasile)". Il suo impegno personale in tutte queste attività la vedrà mobilitarsi in prima persona nell'assistere gli anziani rimasti soli assistendoli nell'alimentazione e nel conforto morale all'interno dei vari reparti di lungodegenza dei due ospedali cittadini, visitare quotidianamente le persone e le famiglie in difficoltà portando loro, oltre che all'immancabile e gioioso sorriso, qualche supporto economico prelevato anche al di fuori delle casse dell'associazione San Vincenzo. Ma la cosa straordinaria, nonostante gli impegni che coprivano l'intero arco della giornata, è che in famiglia non mancava nulla, dalle 5 del mattino si dimostrava sempre all'altezza di una madre premurosa nei confronti della pulizia e del decoro domestico e degli affetti famigliari, con la preparazione di pietanze e dolci deliziosi, molti dei quali varcavano la soglia domestica per allietare i pomeriggi degli anziani e delle consorelle. Nonostante le possibilità non mancassero, in casa ha sempre fatto tutto lei. Era una donna instancabile, impossibile da distrarre per il suo benessere personale, lei diceva sempre di Sì a tutti, mai una negazione, mai un rifiuto, prima con Don Giacomo Gava, e poi con Don Massimo Magagnin e Don Pierino Bortolini, si prendeva carico di tutte le necessità e di tutte le richieste di aiuto morale e sociale, tanto da compromettere la privacy famigliare e a far lievitare sempre più le bollette telefoniche. Ma la famiglia, seppur preoccupata per la sua salute, chiudeva un occhio sapendo che tutto questo un giorno ci avrebbe restituito qualcosa di grandioso e che a beneficiarne erano davvero le persone più bisognose aiutate in modo diretto e trasparente. Per questo motivo il gruppo della San Vincenzo cittadina ebbe una florida espansione allargandosi, per volontà della stessa Aurora, fino a San Vendemiano dove nel 2008 fonda il primo gruppo paesano insieme ad altre dieci consorelle.
Ultimamente il suo stato di salute era compromesso dello stress fisico generato immancabilmente dalle innumerevoli attività, tanto da indurla ad un delicato intervento alla schiena necessario ad alleviare, almeno in parte, le grandi sofferenze conseguenti ad una malformazione della colonna vertebrale, inducendola all'uso del bastone, senza però che il suo attivismo ne risentisse. Ma le sofferenze continuavano a crescere sempre più, e la famiglia seriamente preoccupata del suo stato di salute, iniziò invano a convincerla di sgravarsi di parte degli impegni sociali e a concentrarsi più su se stessa e alla sua vecchiaia. Solo un male incurabile, diagnosticato il 26 Giugno 2012, la costrinsero inevitabilmente ad abbandonare tutto e a spirare dopo solo 28 giorni in un letto del reparto di lungodegenza dell'Ospedale de Gironcoli di Conegliano, confortata dall'intera famiglia e dai volontari dell'associazione che dirigeva, ma soprattutto dalla fede.
<<Mia mamma Aurora, spiega il figlio devoto Stefano, non ha mai smesso di farmi dei doni, è quasi inspiegabile per me come ci riuscisse.
Quando mi disse che presto sarebbe mancata al nostro affetto la confortai con la possibilità di una guarigione miracolosa, ma lei, con indescrivibile serenità mi rispose "Perchè Dio deve fare un miracolo proprio a me, chiedilo per te stesso il miracolo, io sto bene così">>
Iniziai così un pellegrinaggio quotidiano al Santuario delle Madonna dei Miracoli di Motta di Livenza, nell'ostinazione di salvarle la vita, giorno dopo giorno, preghiera dopo preghiera mi resi conto che il vero miracolo a cui lei mirava non era per se stessa, ma per me come ultimo dei suoi doni terreni. Me ne resi conto graduatamente, ero cambiato, la mia cupa sofferenza diventò luminosa serenità utile per me stesso ma anche alla gravosa assistenza quotidiana tipica di un caso oncologico come questo, smisi di piangere già dal secondo giorno convertendo le lacrime in azioni preziose, sia mirate all'alleviamento miracoloso delle sue sofferenze, che furono così ben gestite, sia a quelle di altri malati dello stesso reparto a cui avevo la forza di prestare loro ulteriori conforti morali, e fisici. Amo la vita oggi più che mai, in tutto vedo qualcosa di inspiegabilmente luminoso, in questo duro percorso di vita ho scoperto la vera felicità, a seguito di piccoli doni per Grazia ricevuti nell'intero corso di degenza della mia cara Mamma Aurora, vedevo il suo viso ogni giorno più bello e rilassato e in lei non si intravedeva più la sofferenza fisica, spirando dolcemente tra le nostre amorevoli cure, senza neppure una mia lacrima perchè sapevo che la Madonna mi aveva fatto il dono più bello che abbia mai ricevuto, la Fede incondizionata.
Stefano Mitrione (Figlio primogenito)
auroradelmattino.weebly.com